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Il restauro di Santa Croce a Lecce

​Sempre più in Italia prendono vita i “cantieri aperti”. Si tratta di forme di comunicazione del restauro del tutto nuove, che permettono ai visitatori di accedere al cantiere di restauro, sia in maniera reale che in maniera virtuale, per poter seguire da vicino le fasi di lavoro. La volontà di usare questa metodologia appare quasi una rivoluzione nel settore, abituato a chiudere con pannelli e teli i monumenti in restauro facendo percepire al grande pubblico quasi più per un senso di nascondimento che la prudenziale protezione che tali strutture garantiscono. Ed è per questo che, spesso, nella società civile si ingenera un sentimento di mancanza; il monumento o l'opera d'arte è tolta alla vista, non se ne può più goderne della presenza, si attende impazienti la fine di un restauro che, alle volte, può anche ingenerare annose polemiche, frutto, almeno in tempi antichi, di scuole di pensiero differenti, ma anche di mancanza di dialogo con un pubblico più vasto, che in taluni casi ritrova – famoso è l'episodio degli affreschi michelangioleschi della Sistina – opere visivamente differenti. Un cantiere aperto, al contrario, permette di entrare a fondo nelle problematiche del monumento, nelle sue caratteristiche storiche, nelle visioni originarie dell'autore e nelle fasi di recupero che necessitano per poter essere consegnato alle future generazioni. Il dialogo, quindi, di natura interdisciplinare posto alla base del progetto di restauro, diventa uno strumento comunicativo con l'esterno, portando il momento del restauro ad essere un appuntamento “altro, diverso”, che non solo non elimina la presenza del monumento, ma permette di leggerlo in maniera del tutto nuova ed inedita. In tal modo, appare evidente anche un valore sociale dell'operazione: il pubblico riesce ad entrare ancor meglio nelle pieghe delle vicende artistiche del monumento, se ne appropria in maniera maggiore, e accresce la volontà di preservazione e tutela a restauro finito. Si sente coinvolto in prima persona non solo come fruitore finale del bene, ma come legittimo proprietario in virtù della sua cittadinanza. E' per questo che un cantiere aperto diventa sì uno strumento di comunicazione tecnico-scientifica e divulgativa, ma anche e sopratutto un momento di crescita civica e di riconoscimento della propria identità. Infatti, una città che riconosce in un monumento una sorta di simbolo della propria cultura, così è chiamata ad a proteggerlo e a seguirne le fasi di restauro anche con la giusta trepidazione. Tale situazione si è ben compresa, ad esempio, nella città di Lecce, con l'intervento di restauro della Basilica di Santa Croce, in particolar modo della facciata, che raffigura, per una serie di motivi storici ed artistici, una sorta di simbolo stesso della città e il momento più alto della sua testimonianza artistica. A differenza delle altre realtà italiane, in cui il cantiere è stato aperto ai visitatori attraverso delle lastre in plexiglas, o accedendo nell'area di lavoro solo in alcuni particolari momenti della settimana, con il restauro della facciata della basilica leccese si è voluto procedere con qualcosa di completamente unico. Santa Croce rappresenta, anche per i visitarori che giungono in città, un punto fermo della loro visita, un appuntamento irrinunciabile. Si è quindi appurato che non poteva risultare opportuno coprire la facciata con i classici teli antipolvere, nascondendo per lungo periodo l'intero apparato decorativo. Si è proceduto, quindi, a lavorare su un triplo livello comunicativo: una riduzione dell'impatto visivo del cantiere, la possibilità di accesso nel cantiere stesso da parte dei visitatori e un aggiornamento costante in internet e attraverso i canali social delle fasi di lavoro e degli eventi che il cantiere di volta in volta poteva ospitare. La copertura esterna è stata realizzata con teloni microforati, riportanti in stampa l'immagine della facciata della basilica in scansione laser 1:1, così da ridurre quanto più possibile qualunque distorsione fotografica. Tale scelta ha permesso, ad esempio, alle guide turistiche in esterno di continuare a illustrare la facciata ai visitatori come se il cantiere fosse del tutto assente. La sfida più grande, tuttavia, era rappresentata dalla volontà di aprire il cantiere ai visitatori, che potevano accedere gratuitamente sui ponteggi per tutta la durata degli interventi di restauro, festivi compresi, accompagnati da guide turistiche appositamente selezionate. La struttura del ponteggio è stata, pertanto, progettata ed allestita a tale scopo, con una doppia passerella, un sistema di scale e un ascensore. L'accesso al cantiere è avvenuto esclusivamente con prenotazione attraverso diverse modalità: un box informatico applicato sulla paratia esterna del cantiere, un codice QR scansionabile, il sito internet e attraverso gli Uffici informazioni della città. L'accesso in numero ridotto, di microgruppi di quattro persone la volta, dotati di dispositivi antinfortunistici con accessori monouso, ha consentito la visita in tutta sicurezza, permettendo di accedere ai ponteggi in diverse ore della giornata. Un canale privilegiato, sia per la prenotazione che per l'accesso, è stato riservato ai visitatori diversamente abili. Il cantiere, difatti, sia nelle dimensioni che nelle strutture in quota è stato pensato e costruito tenendo conto delle necessità di adeguamento degli spazi, al fine di renderli quanto più possibile fruibili. Il gruppo di guide selezionate, coordinato da WelcomeLecce in quanto unico concessionario per le visite guidate, è stato costituito da archeologi, restauratori, storici dell'arte, garantendo il massimo nella qualità e professionalità del servizio di accompagnamento. Tale servizio è stato costantemente monitorato tramite feedback dei visitatori in un libro degli ospiti. L'accesso degli ospiti è stato garantito per tutti i giorni di durata del cantiere, portando ad accogliere 17123 visitatori divisi in 4823 gruppi, ai quali si aggiungono gli accessi speciali per scolaresche e lezioni universitarie “in loco”. Pur potendo visitare tutti i livelli di lavoro della basilica, si è scelto di selezionarne tre che potessero essere rappresentativi dei periodi costruttivi della basilica e degli autori. Il primo livello, all'altezza del cartiglio dedicatorio posto sui portali, ha permesso ai visitatori di avere un primo approccio con l'apparato decorativo. L'area del cartiglio e dei primi fregi, infatti, realizzato da Gabriele Riccardi nella seconda metà del 1500, assume gli elementi cristologici tipici del tema iconografico della facciata, ma sembra tenere in sé i prodromi della decorazione successiva. Il secondo livello di visita è stato individuato con l'area della balaustra del balcone. Quest'area, particolarmente danneggiata, ha consentito ai visitatori di comprendere le problematiche della facciata e avere una visione diretta delle rotture e danneggiamenti dell'apparato decorativo, nonché di scoprire le tecniche di restauro e le loro applicazioni anche in contesti compromessi. Per terzo livello di visita è stata scelta l'area del rosone, che costituisce non solo uno dei punti di vista più straordinari, permettendo di essere a pochi centimetri da uno dei simboli stessi dell'arte della città di Lecce, ma ha dato modo di constatare anche la perizia del periodo più maturo del barocco leccese, con l' incredibile fattura decorativa che riguarda l'intera area, gli ornamenti di colonne, statue, nicchie di santi realizzati con una tale dovizia di particolari che solo la vista così prossima può rendere nella sua completezza. In tal modo, ogni visitatore ha potuto, altresì, percorrere una sequenza artistico/temporale di circa un secolo e mezzo, leggendo pienamente la storia monumentale dell'intera città. Si potrebbe ben dire, riguardando i commenti sul “libro degli ospiti” che l'esperienza del cantiere aperto di Santa Croce è stata per tutti un'esperienza arricchente, che ha suscitato entusiasmo e attenzione nel pubblico. Sopratutto è stato arricchente per giovani e ragazzi, che hanno per la prima volta avuto acceso a realtà difficilmente ripetibili. Per tutta la durata dei lavori di restauro, il cantiere aperto di Santa Croce ha costituito una sorta di “attrattiva aggiunta”, tant'è che si sono registrati visitatori che anche dall'estero hanno programmato la loro permamenza in città per poter avere l'opportunità di accedere sulle impalcature e visitare il gioiello leccese. Ma la maggior parte dei visitatori è stata costituita dai leccesi stessi e salentini, che non hanno rinunciato a conoscere ancor meglio e da vicino uno degli elementi più identificativi della loro cultura. E a ciò si ricollega l'attenzione per la conoscenza legata a alla salvaguardia del monumento: in tutti, infatti, si è registrata al termine della visita una consapevolezza maggiore circa le necessità di recupero e di salvaguardia di Santa Croce in particolare, e dei vari monumenti leccesi in generale. Alla visita non si sono sottratti nemmeno importanti ospiti, dal mondo della politica o dello spettacolo, giunti in città per varie iniziative e attività. Allo stesso modo, il cantire, così innovativo, è stato oggetto anche di servizi televisivi sulle reti nazionali, che hanno approfittato dell'opportunità di visita per accedere per la prima volta con le telecamere sui ponteggi e far vivere “virtualmente” agli spettatori l'emozione della salita sulla facciata. Non bisogna trascurare, inoltre, il ruolo della comunicazione internet, attraverso il sito web dedicato e i canali social, attraverso i quali si sono trasmesse in maniera puntuale non solo le fasi di intervento di restauro, ma anche tutti gli aspetti “di colore” che hanno riguardato il cantiere: storie e tradizioni legate alle feste della Santa Croce, rewiew dei visitatori, foto e selfie di gruppo, così da creare una vera e propria comunità virtuale che potesse seguire passo dopo passo ogni aspetto del restauro. Il cantiere aperto di Santa Croce ha ospitato, infine, anche performance artistiche e musicali, come quelle di Paolo Fresu e Raffaele Casarno, in occasione dell'”AverCura Day”, inserito nel programma del Locomotive Jazz Festival, con le esibizioni dei musicisti sui ponteggi della facciata, ad offrire gratuitamente al pubblico in piazza la bellezza dei loro brani. L'esperienza leccese, unica nel suo genere, può e deve essere un esempio per tracciare un percorso nella fruizione dei beni monumentali in restauro, affinchè il momento del recupero possa divenire sempre più un momento di condivisione e di crescita sociale della comunità.
I traguardi: ​
  • Primo cantiere con fruizione turistica sui ponteggi in Puglia
  • Primo cantiere ad offrire il servizio di visite guidate tutto l'anno gratuitamente;
  • Unico progetto selezionato per l'Italia per il premio Ilucidare 2021 della Comunità Europea;​
CONTATTI:
mail: info@elvinopoliti.it
​Tel: 380 7784553


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